Frutto della passione

Sarà per la sua origine tropicale, o per il suo gusto dolce ed esotico che lo rende un ingrediente di tanti dessert e drink gourmet, ma la fama del frutto della passione si basa su un fraintendimento che riguarda il suo nome.

La “passione” cui si riferisce, infatti, non ha niente a che fare con il desiderio amoroso o l’erotismo. Ma per scoprire l’origine di questa intitolazione, occorre fare un passo indietro e partire dalla sua pianta, la passiflora.

Perché si chiama frutto della Passione?

Esistono centinaia di specie di passiflora, la maggior parte delle quali sono originarie del Centro e del Sud America.

A raccontarci le prime testimonianze giunte d’oltremare su questa pianta è il gesuita Giacomo Bosio nel suo trattato sulla crocifissione, dato alle stampe nel 1610. Giacomo Bosio aveva avuto occasione di incontrare diversi missionari provenienti dalle Nuove Indie, ed era incappato nei disegni di quello che gli Spagnoli, giunti in Messico, battezzarono flor de la cinco llagas, ossia fiore delle cinque ferite.

Le cinque ferite a cui si riferivano gli Spagnoli sarebbero state le cinque ferite della Passione di Cristo: fu così che il fiore venne battezzato Passiflora (fiore della passione) da Linneo, nel 1753.

Bosio racconta inoltre come ogni elemento costitutivo del fiore venisse legato simbolicamente a un aspetto particolare legato alla Passione di Cristo – non solo i 5 stami alle 5 ferite, ma anche la corona di filamenti alla corona di spine, i 3 stigmi ai 3 chiodi, i 5 petali e i 5 sepali agli apostoli rimasti fedeli a Cristo, il pistillo alla colonna della flagellazione e i viticci ai flagelli. È probabile che i frati gesuiti e agostiniani incaricati di catechizzare le popolazioni autoctone del Centro e Sud America, quindi, utilizzassero il frutto della passione come strumento didattico.

Papa Paolo V fu tanto colpito dalla narrazione di questo frutto che lo considerò una vera e propria rivelazione divina, imponendone la coltivazione a Roma.

Le virtù del frutto della passione

Il frutto della passione ha diverse virtù fitoterapiche.

  • La sua principale caratteristica è il suo potere rilassante e distensivo: già gli Aztechi la usavano per ricavarne bevande dissetanti e calmanti. Durante la Prima Guerra Mondiale, in Europa venne usato nella cura delle cosiddette angosce di guerra.
  • È una fonte di antiossidanti, che combattono l’invecchiamento cellulare, ed è particolarmente ricco di betacarotene: è quindi un ottimo ingrediente per la cosmesi.
  • Contiene pectina, una fibra alimentare solubile che favorisce una buona salute intestinale.
  • Combatte l’insulino-resistenza, rendendolo un alimento ideale anche per i malati di diabete.

Caratteristiche e tipologie del frutto della passione

Il frutto della passione esiste in molte varietà, ma generalmente si presenta come una bacca di forma tondeggiante o ovale dalla buccia piuttosto spessa e caratterizzata al suo interno dalla presenza di semi immersi in una sostanza gelatinosa.

I due tipi più commercializzati sono il frutto della passione viola, di colore rosso-violaceo e dalle dimensioni di una prugna, dolce e aromatico, e quello giallo, dal colore giallo-arancione e grande come un grosso limone.