Frutta nella mitologia: i pomi delle Esperidi

09
set

Frutta nella mitologia: i pomi delle esperidi, simbolo di fecondità

 

IFrutta nella mitologia: i pomi delle esperidi, simbolo di fecondità Al vertice del pantheon greco troviamo senz’altro Giove ma, accanto a lui, c’è Era, la sovrana dell’Olimpo. Il giorno in cui andò sposa a Giove, Era ricevette in regalo da Gea un melo che produceva straordinari pomi d’oro.

Conosciamo bene le proverbiali virtù delle mele, ma i pomi d’oro di Era erano veramente prodigiosi: rappresentavano fecondità e amore. Due beni troppo preziosi perché questi frutti della mitologia venissero lasciati incustoditi. Per tale motivo, Giove affidò la custodia dell’albero dalle mele dorate alle Esperidi, le ninfe figlie della notte, nel segreto di uno splendido giardino ai confini del mondo. A guardia del giardino venne posto Ladone: il tremendo serpente a cento teste che avvolgeva le sue spire attorno all’albero dei pomi d’oro.

I pomi delle esperidi, in aggiunta alla storia del matrimonio tra Era e Giove, compaiono in altri due miti:

Eracle e l’undicesima fatica – Re Euristeo ordinò a Ercole di rubare le mele d’oro del giardino delle Esperidi. Secondo alcune versioni del mito, l’eroe greco lo fece uccidendo il serpente Ladone con una freccia. Era ne fu tanto dispiaciuta che decise di trasformare il rettile guardiano in una costellazione. Le Esperidi, per il dolore della perdita, si trasformarono in alberi.

La tentazione di Atalanta – Atalanta era una fanciulla velocissima. Sfidava i suoi tanti pretendenti in una corsa. In palio si poneva lei stessa. Ippomene, con l’aiuto di Afrodite, escogitò un metodo per conquistare Atalanta: durante la corsa egli fece rotolare i pomi d’oro ricevuti dalla dea (alla quali erano stati donati da Eracle) per far desistere la ragazza dalla gara. Il trucco funzionò: Atalanta si fermò a raccogliere le splendide mele delle Esperidi e perse la corsa.

Fonte immagine: “Nicolas Colombel 002” by Nicolas Colombel – liechtensteinmuseum.at. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nicolas_Colombel_002.jpg#/media/File:Nicolas_Colombel_002.jpg