Anna Banana, artista e bananologa

Anna Banana è un nome che sembra quasi uno scherzo. E, in effetti, l’artista canadese che si cela dietro al nome di Anna Banana nasce in realtà come Anne Lee Long nel 1940. Il suo nuovo nome è tratto da una vecchia filastrocca in lingua inglese che i bambini usavano per saltare la corda: in generale tutta l’opera di Anna Banana ha un carattere estremamente giocoso e utilizza come marchio distintivo proprio quello della banana.

Il suo nuovo “battesimo” avviene quando Anne ha poco più di trent’anni: è il 1971 quando l’artista organizza il suo “Town Fool Project”, in cui si dichiara “matta del villaggio” della città di Victoria, monta un tavolo da gioco in mezzo a Bastion Square e si mette a dipingere delle rocce da usare come moneta di scambio con i passanti, che effettivamente si fermano incuriositi.

Contemporaneamente comincia a pubblicare Banana Rag, la sua newsletter che verrà pubblicata fino al 2016, e il cui nome deriva da un noto pezzo musicale. Il primo destinatario è un gallerista di Vancouver che riconosce nella strana e ironica pubblicazione un’opera di arte postale, un formato artistico che usa proprio la posta come mezzo per arrivare nelle case del proprio pubblico e di altri artisti: i materiali più usati sono francobolli personalizzati, cartoline disegnate, pubblicazioni autoprodotte.

Anche grazie a questo strumento, Anna riesce a coinvolgere artisti e amici nella scrittura collettiva di un’Enciclopedia della Banana. Come riconoscimento, invia loro un attestato in Bananologia.

Ma Anna Banana non si limita alle pubblicazioni: organizza eventi e performance, spettacoli, gare, tutto a tema “banana”.

Organizza diverse edizioni delle Banana Olympics, una manifestazione che comprende gare di varie discipline sportive cui i partecipanti devono presentarsi rigorosamente vestiti da banane, o contest a chi mangia più banane.

Nel 1980 viene invitata dalla British Columbia Art Gallery a portare le Banana Olympics in Inghilterra, ma uno dei consiglieri provinciali si oppone sostenendo che un tale evento non possa essere considerato una manifestazione artistica. In tutta risposta, Anna Banana inventa la Maratona del Burocrate, in cui i concorrenti devono gareggiare facendo tre passi avanti, due indietro, e uno su ciascun lato.

Riesce anche a portare all’attenzione della televisione la propria opera: il suo Going Bananas Fashion Contest, cui partecipano 25 contendenti, viene ripreso in diretta dall’emittente locale e trasmesso durante il Vancouver Show .

Nel 1993 veste i panni della Dottoressa Anna Freud, studiosa della psicologia retrostante la “Nuova Consapevolezza Bananica Tedesca”. Nelle dodici location della mostra, Anna Banana mostra al pubblico una raccolta di 105 ritagli di giornale di articoli sulla banana provenienti dalla stampa tedesca, sostenendo che la Germania “had gone bananas”, un modo di dire americano per intendere “ha perso la testa”. Non solo: ai visitatori viene proposto un test di sbucciamento di banane per riconoscere se siano affetti dalla sindrome della banana, una patologia di sua invenzione.

Insomma, Anna Banana ha dedicato una vita intera a fare di questo frutto esotico il protagonista delle sue opere buffe e irriverenti, ma sempre in grado di colpire il proprio pubblico e – perché no – di farlo pensare.