Intervista a Ritu Dalmia, chef di Cittamani

Tutto quello che la celebrity chef Ritu Dalmia ama di più è raccolto nel menu del suo ristorante di Milano Cittamani, dove il pubblico italiano impara a conoscere il cibo indiano più autentico e casalingo. Una piccola rivoluzione del gusto che svela una cucina inaspettatamente delicata, che fa un uso estremamente dosato delle spezie e offre un esempio di come, ancora una volta, una cucina antichissima possa risultare moderna ed equilibrata. Una filosofia, questa, che la chef ha da subito individuato anche nella cucina italiana, quella in cui si riconosce maggiormente al di fuori dell’India e che la ispira di più. 

 

Mi racconti in poche parole che cosa vuol dire esotico secondo te?
Tutto ciò che non è familiare, tutto ciò che è sconosciuto diventa esotico nelle nostre menti e per le nostre papille gustative. Non serve che sia costoso o lussuoso, è solo qualcosa a cui non siamo abituati.

L’incursione di ingredienti esotici nel mondo della ristorazione occidentale sta avendo grande successo: secondo te come mai?
Come ho detto sopra, nelle cucine occidentali e in tutto il mondo l’uso di ingredienti sconosciuti ha preso slancio e sta di nuovo esponendo i clienti a ingredienti a cui non sono abituati.

Come decidi quali ingredienti far incontrare nei tuoi piatti?
Per me non si tratta di voler fare scelte esotiche o forzature, per me è molto importante ottenere il gusto, la consistenza e le combinazioni corrette. Questo è il fondamento della nostra cucina.

Ci descrivi un tuo piatto che secondo te è significativo per il suo mix esotico?
Beh, il kheer di riso Manipuri secondo me si può definire come molto esotico, perché perfino in India è un tipo di riso davvero poco conosciuto.

Hai un frutto esotico preferito? E perché è il tuo preferito?
I miei frutti preferiti sono la sapota (un frutto dell’America Latina conosciuto in Italia come “sapotiglia”) e la “custard apple”, un frutto tropicale che in italiano è conosciuto come “cirimoia”. Adoro la loro consistenza, il piacere di morderli e di assaporare frutti non troppo dolci.

C’è un sapore della tradizione indiana speciale per te?
Senza dubbio il mango!

Secondo te in che modo il gusto soddisfa la voglia di esotico nelle persone?
Alla fine, il fatto che un sapore sia “esotico” è tutto uno stato mentale: un po’ come per l’afrodisiaco, la nostra mente gioca un ruolo più importante del gusto stesso.