Phil Hansen e la banana

19
ago

Phil Hansen: quando la banana diventa un’opera d’arte

 

Phil-Hansen-banana Probabilmente nella vostra immaginazione (come in quella di tutti, del resto) il pittore è colui che utilizzando pennelli e colori crea un’opera d’arte su una tela. Eppure c’è qualcuno che si è detto: perché non utilizzare una banana come tela? E questo qualcuno è Phil Hansen.

Artista poliedrico, versatile, che strizza l’occhio (anche) alle tante possibilità offerte dal mondo digital. Ma soprattutto Phil Hansen è uno sperimentatore. Che ha usato la buccia della banana come se fosse una tela su cui dipingere. Utilizzando la tecnica del puntinismo: in altre parole è come se Hansen “tatuasse” la banana.

Un modo di fare arte molto particolare che Hansen ha scoperto quasi per caso. La moglie gli aveva dato da mangiare una banana, frutto che (ironia della sorte) l’artista non gradisce tantissimo. Invece di mangiarlo Hansen ha cominciato a disegnare con la punta di una comunissima penna sulla buccia della banana.

E così Phil Hansen, ricorrendo al puntinismo, si è messo a ricreare sulla buccia delle banane i particolari di famosissimi quadri, affreschi e opere d’arte in generale: uno per tutti basti citare la Creazione di Adamo che abbellisce la volta della Cappella Sistina. Ma anche Botticelli, Degas e Van Gogh sono stati oggetto di questa particolare forma artistica.

Per realizzare un “quadro-banana” Phil Hansen ci impiega circa due ore. Peccato che l’opera d’arte sia destinata a cancellarsi, dato che la buccia della banana a lungo andare diventa nera cancellando il disegno.

Fonte immagine: flickr.com/photos/tedconference