Pulire, cucinare e gustare i fichi d’india

 

Il frutto fico d’india, di colore giallo-aranciato e dalla forma tonda o allungata, è prodotto dalla pianta di fichi d’india, simile di aspetto al cactus e in grado di superare i 5 metri di altezza. Originaria del Messico, si è poi diffusa in tutto il Centro America. Giunta nel nostro Paese grazie a Cristoforo Colombo, oggi la coltivazione dei fichi d’India interessa diverse regioni del Sud. A caratterizzare i frutti è la buccia ricoperta da spine. È possibile trovare i primi fichi già negli ultimi giorni di luglio, con la produzione destinata ad aumentare fino a fine di ottobre. La polpa, particolarmente succosa e carnosa, contiene molta acqua, zuccheri, minerali (potassio e magnesio in primis) e vitamine. Le proprietà del fico d’india sono davvero molte: una di queste è un’elevata percentuale di fibre che può essere utile per chi ha problemi di stitichezza migliorando le funzioni intestinali. L’abbondanza di acqua invece, può favorire la diuresi, mentre la ricchezza di antiossidanti può essere utile nel contrastare l’invecchiamento cellulare. Nonostante le poche calorie del fico d’india questi frutti aumentano il senso di sazietà, aiutando ad assimilare una minore quantità di grassi e zuccheri.

Come sbucciare i fichi d’india?

Pulire i fichi d’india è semplice, ma richiede comunque una certa attenzione considerata la presenza di spine. Meglio evitare di toccare i frutti prima di indossare un paio di guanti da cucina. Come pulire i fichi d’india in modo ottimale? Basta porli in uno scolapasta e sciacquarli sotto il rubinetto con abbondante acqua fredda, quindi spostarli in una ciotola, coprirli d’acqua e lasciarli in ammollo per circa un’ora. Così facendo le spine più grandi riusciranno ad ammorbidirsi. Un’ottima alternativa sono i Fichi d’India Fratelli Orsero: oltre ad essere dolci e polposi, vengono raccolti maturi al punto giusto e successivamente spinati, così per gustarli basterà infilare la forchetta al centro del frutto e utilizzare un coltello per eliminare le estremità. Procedere con un taglio in verticale (nel mezzo), sollevando i lembi con il coltello fino alla rimozione completa della buccia.

Come si mangiano i fichi d’india?

Effettuata la pulizia, ed eliminata la buccia, tagliare la polpa a cubetti, mangiandoli con una forchetta o servendosi di uno stuzzicadenti. È sconsigliato buttare le bucce perché nonostante le loro pungenti spine, sono commestibili e possono essere utilizzate per preparare delle intriganti chips: per ottenere questo delizioso snack basterà semplicemente tagliare le bucce di fichi d’India a listarelle, impanarle con uovo e pangrattato, porre per qualche secondo in olio bollente e il lavoro è fatto. Anche i semi sono commestibili (proprio dai semi si ricava l’olio di fico d’india) ma sono molto duri perciò non bisogna morderli. Assaporando i fichi si potrà apprezzarne il sapore: un riuscito mix tra dolcezza e acidità, con quel tocco di freschezza che rende ideale il consumo nelle giornate più afose. Oltre che mangiati al naturale si prestano benissimo come ingrediente per un’insalata assieme a fettine d’arancia, cubetti di formaggio e olive.

Fico d’india in cucina

Il frutto fico d’india si presta non solo a essere utilizzato per preparare diverse ricette, ma anche per realizzare delle bevande: il liquore di fichi d’india è una delle più conosciute. Si prepara ponendo mezzo kg di polpa in un vaso di vetro di circa 2 litri dotato di chiusura ermetica, aggiungendo una pari quantità di zucchero e 400 grammi d’alcol a 95°. Lasciare macerare per circa un mese, ricordandosi di agitare regolarmente, dopodiché spostare il vaso in cantina, dove dovrà trascorrere un altro mese. A quel punto colare e filtrare, quindi imbottigliare, tappare e degustare il liquore possibilmente freddo.

Altrettanto apprezzata è la mostarda di fichi d’india, ottenuta dal succo di fichi d’india. Occorreranno 2 kg di fichi, 100 grammi di farina ogni litro di succo, 100 grammi di frutta secca (tra mandorle e noci), un cucchiaino di cannella e chiodi di garofano macinati. Sciacquati e pelati i fichi, divisi a tocchetti e cotti a fuoco basso fino a spappolarne la polpa, si passerà quest’ultima al setaccio per raccoglierne il succo. Trasferirne la maggior parte in un’altra pentola, e miscelare parte del succo residuo con la farina; si dovrà ottenere una pastella fluida priva di grumi. Versarla nella pentola contenente il succo e cuocere fino ad addensare, aggiungere mandorle e noci (precedentemente tritate) e cannella. Trasferire il composto in una teglia perché possa rapprendere, lasciandolo per almeno 24 ore e infine, tagliarlo e metterlo in più contenitori di vetro assieme ad alcune foglie di alloro.

Sorprendente poi, è il sapore dei fichi nei primi piatti di pasta: gustose sono le tagliatelle con fichi e pancetta affumicata al profumo di timo, le orecchiette alla crema di fichi d’india con aggiunta di pomodorini ciliegini, cipolla, latte, scamorza e pecorino romano a cubetti e foglie di basilico, ma ancora più intriganti sono gli spaghetti ai fichi d’india e vongole.

Marmellata di fichi d’india

L’ultima idea in cucina ma non meno deliziosa è la favolosa colazione spalmata sulle fette biscottate, o merenda sana per i bambini: la marmellata di fichi d’india saprà sorprendere anche in più scettici. Sono 3 gli ingredienti richiesti: fichi (1 kg), zucchero (400 g) e succo di un limone. Ridotta a cubetti la polpa dei frutti cuocerla per una ventina di minuti, poi passarla con il tradizionale passaverdura che servirà per eliminare i semini presenti. Riversare succo e polpa nella pentola con zucchero e succo del limone, continuando a cuocere fino ad addensare (occorreranno 45 minuti circa). Rimarrà solamente da versare la confettura nei vasetti sterilizzati e gustare la tua marmellata di fichi d’india.